Quest'anno il Santo Padre, Papa Francesco, ci sfida con il motto della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato "Liberi di scegliere se migrare o restare", perché nelle strade, strette e larghe, di Città del Guatemala vediamo sempre più fratelli e sorelle migranti provenienti da diversi continenti, e soprattutto fratelli e sorelle venezuelani che sono costretti a lasciare il loro Paese in cerca di una vita che nel loro Paese è così minacciata. I nostri fratelli e sorelle nicaraguensi non hanno opportunità di vita, e non dobbiamo guardare oltre la Rete Red Jesuita con Migrantes (l'organizzazione con cui collaboro), dove vediamo i dipartimenti del Guatemala svuotati di giovani perché la necessità di vivere li ha costretti a migrare. Migrare è un diritto, non solo perché lo stabiliscono le convenzioni internazionali, ma anche perché, per natura, siamo uccelli migratori e, soprattutto, perché la terra ci è stata donata da Dio affinché possiamo vivere una vita piena ovunque ci troviamo. Nel cuore di Dio nessuno è straniero, siamo tutti fratelli e sorelle, siamo tutti benvenuti lì come nella cucina di nostra madre.

La speranza centuplica le forze, come ci dice Madre Cabrini.

Personalmente, ogni giorno, di fronte alle innumerevoli necessità dei miei confratelli, mi sento impotente quando cerco di offrire quel poco che ho. Ma le giornate sono anche piene di tante persone, momenti e gesti di fraternità e di vita. Non posso fare a meno di ricordare come, come rete, insieme alle famiglie dei giovani uccisi e bruciati il 22 gennaio 2021 a Tamaulipas in Messico, abbiamo gioito quando abbiamo ricevuto la notizia che dopo 2 anni e 8 mesi è stata emessa la sentenza per gli assassini. Le parole rivolte agli assassini da Ricardo, padre della vittima di Santa Cristina, risuonano nella mia testa e nel mio cuore: "Vi perdono, con tutto il cuore, vi perdono e spero che un giorno possiate godere del paradiso, ma ora dovete pagare per quello che avete fatto, affinché nessun altro migrante passi quello che abbiamo passato noi e mia figlia". In questi oltre due anni, almeno una volta al mese diversi membri dell'équipe della Rete hanno condiviso le sofferenze delle famiglie e incoraggiato le loro speranze, in un'aula di tribunale, nel lavoro psicosociale o nelle loro case. Migrare è un diritto e noi continueremo a tutelarlo, così come il diritto di rimanere in condizioni dignitose. Dobbiamo continuare a camminare, oggi, domani e dopodomani, come ha detto padre José Luis durante l'Eucaristia in onore di Myrna Mack, ed è quello che intendiamo fare: continuare a camminare con i nostri fratelli e sorelle che partono per scelta o sono costretti a farlo. La loro forza e determinazione sono incalcolabili. Dio cammina con loro e noi intendiamo fare lo stesso.

Suor Sonnia Osorio MSC

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