Un secondo viaggio a New York: 1890

La tempesta arrivò poco prima di cena. Solo sei degli oltre 1.000 passeggeri de La Normandie riuscirono ad arrivare a cena quella sera a causa del mare agitato. Madre Cabrini, naturalmente, era una di loro. Dopo si ritirò nella sua cabina. Avvertendo il pericolo, rimase semisvestita, pronta a salvare le suore e se stessa, se necessario. Ma fortunatamente "il Buon Dio... ci cullò tutte nel sonno su una grande altalena, facendoci dondolare avanti e indietro".

Madre Cabrini vede la mano di Dio all'opera

La mattina seguente Madre Cabrini si avventurò sul ponte. Mentre la tempesta infuriava ancora, si sistemò su una sedia vicino alla poppa; la parte anteriore del ponte era inutilizzabile perché le onde si infrangevano continuamente sulla prua. Cominciò a completare una lettera che aveva iniziato qualche giorno prima.

"Dovreste vedere quanto è bello il mare nel suo grande movimento, come si gonfia e spumeggia!". Madre Cabrini scriveva, estasiata: "È veramente una meraviglia! ... Se foste tutte qui con me, figlie, ad attraversare questo immenso oceano, esclamereste: "Oh quanto è grande e meraviglioso Dio nelle sue opere!"".

Due giorni prima aveva paragonato la tranquillità del mare alla gioia che prova un'anima che vive nella pace della grazia di Dio. Indipendentemente dalle circostanze, era in grado di vedere l'amore di Gesù risplendere.

Più ostacoli, più grazia

Quella sera, verso mezzanotte, "sentimmo una forte scossa e la nave si fermò di colpo". Allarmate, Madre Cabrini e le suore si vestirono in fretta nel caso fosse stato necessario salire sulle scialuppe di salvataggio. Ma ai passeggeri fu ordinato di rimanere immobili finché il motore non fosse stato riparato. Miracolosamente, "il mare divenne calmo e bello". La nave silenziosa si agitava appena. Ci volle tutta la notte per riparare il motore e la nave cominciò a muoversi solo verso colazione il giorno successivo.

Due giorni dopo, l'angosciante ritardo di 11 ore assunse un nuovo significato. "Verso le undici ci vedemmo circondati da iceberg in ogni parte dell'orizzonte... erano grandi circa dodici volte la nostra nave". Il capitano rallentò la nave, cambiando accuratamente rotta più volte per evitare di scontrarsi con le "immense fortezze frastagliate".

Madre Cabrini ha osservato che, sebbene si siano lamentati quando il motore si è rotto, la crisi è stata una grande grazia. Senza quel ritardo, l'incontro della nave con gli iceberg sarebbe avvenuto al buio, probabilmente con conseguenze disastrose.

Poscritto: L'incontro del 1890 con gli iceberg non fu l'unico incidente sfiorato da Madre Cabrini. Nell'aprile del 1912 le suore avevano preso accordi per farla partire da Londra con il viaggio inaugurale di una nuova nave, veloce e confortevole. Una crisi al Columbus Hospital di New York costrinse Madre Cabrini a cambiare i suoi piani di viaggio, con il risultato che non era sul Titanic quando affondò.

"L'oceano di grazie, figlie, che Gesù fa piovere su di noi in ogni istante della nostra vita, supera infinitamente qualsiasi creazione naturale".

~ Santa Francesca Saverio Cabrini

Il buon umore di Madre Cabrini

Molte delle suore missionarie che accompagnavano Madre Cabrini provenivano da ambienti rurali. I loro incontri con il mondo esterno portarono talvolta a interpretazioni umoristiche degli eventi. Durante il viaggio del 1890 da Le Havre a New York, Madre Cabrini raccontò con affetto la confusione di Suor Eletta.

"Con le sue spiegazioni geografiche, suor Eletta è la nostra comica. Non riesce a capire come i navigatori di questa nave possano essere così ignoranti. Loro guidano sempre la nave in mezzo all'oceano, mentre le altre che vediamo di tanto in tanto sono ai margini dell'orizzonte e quindi sono più sicure. Alcuni di loro finiscono in paradiso, o almeno in cielo. Ieri una ha cercato di venire in nostro aiuto quando eravamo fermi, ma l'aiuto è stato rifiutato perché in un'ora il motore era quasi riparato. Ebbene, quella nave è finita in paradiso; è stata suor Eletta a vederlo. Ora sostiene che deve essere durante la notte che la nostra nave cambia rotta, perché di giorno il cerchio è sempre alla stessa distanza...".

"Ora l'orizzonte è diventato molto più ampio, come la grazia di Dio che ci circonda da ogni lato. È come se l'amore di Dio prendesse possesso di un'anima, permettendole di compiere un'immensità di opere sante".

~ Santa Francesca Saverio Cabrini

Grazie al Notiziario del Santuario di Santa Francesca Cabrini

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